Descrizione
Ogni seduta consiste in due (o più se le regioni da trattare sono lontane o differenti) iniezioni nel profondo dei muscoli paravertebrali (destra e sinistra) della zona interessata a livello della DDP, altrimenti detta "ernia" o "protrusione", che ha causato la lombalgia (o la cervicalgia) o la lombosciatalgia (o la cervicobrachialgia) con la miscela O2-O3 (ossigeno-ozono), mediante appositi aghi sottili e della giusta lunghezza ed ovviamente sterili e monouso.
IL MECCANISMO D’AZIONE
La miscela O2-O3 (gassosa) dal muscolo viene quasi "risucchiata" (e ciò e' stato dimostrato) all'intero del canale vertebrale attraverso i forami di coniugazione.
In tale sede lambisce i 2 protagonisti del CDR: a livello del disco aggredisce in maniera selettiva gli alterati legami intermolecolari delle catene macromolecolari alterate (che appunto ne hanno permesso la deformazione) e contemporaneamente stimola la formazione di una neovascolarizzazione sia intra che extra discale mentre sull' apparato radicolare sofferente migliora o risolve l'ischemia (una delle principali cause di dolore acuto sciatico).
Attraverso i nuovi vasi discali vi può essere una ricostruzione dovuta a nuovi fibroblasti che possono finalmente raggiungere l'interno della struttura discale. Comunque anche la quasi totalità delle forme artrosiche e di molte alte patologie dell'apparato osteoarticolare, flogistiche, postraumatiche o degenerative che siano (come le lesioni sia dei menischi sia della cartilagine delle ginocchia), traggono da questa terapia il massimo giovamento possibile senza alcuna controindicazione.
Il numero delle sedute non deve essere considerato uno standard fisso: nel campo della medicina non invasiva e naturale (che è quella che stimola la stessa biologia a predisporre i fenomeni riparativi) ciò è un assurdo.
Tale pessima abitudine è un retaggio delle limitazioni imposte da terapie che hanno una valenza di tossicità più o meno elevata contro una aspettativa di benefici più o meno evidenti.
Vi è poi il numero 10 che sembra avere un ché di magico. Il mondo è però un continuum. Quindi, data la riconosciuta innocuità -acuta e cronica- della miscela Ossigeno-Ozono correttamente usata, la condotta terapeutica più logica è quella di non interrompere la somministrazione che, se continuata, porterà a guarigione il paziente.
È quindi razionale proseguire con le sedute fino a quando vi sia un cambiamento che mostri che la terapia è causa di attività biologica (non deve per forza essere un miglioramento) e, naturalmente, se le condizioni di sofferenza radicolare non siano tali da sconsigliare l’astensionismo chirurgico (da un punto di vista di realtà e non di supponenza).
Spesso si preferisce fare una pausa dopo la ventesima seduta (tal numero -20- non deve essere preso alla lettera) così da far "riposare" la zona colpita dalle iniezioni (ma ciò non è indispensabile). Se il paziente ha un decorso regolare verso la guarigione si può aumentare l’intervallo tra le sedute, prima a due e poi a tre e quattro settimane.
Bisogna sempre tener conto dell’enorme variabilità biologica individuale ed a questa adattare razionalmente la terapia.
Solo all’inizio può essere considerato opportuno rendere sopportabili al paziente i suoi sintomi con appoggio su altre terapie efficaci su di essi (siano esse tradizionali od "alternative"): io venendo da una formazione di neurologia-psichiatria e poi da quella di chirurgia ortopedico-traumatologica mi baso su FANS e antalgici puri con l’eventuale associazione di miorilassante, ma non uso mai corticosteroidi.
Il perdurare di associazioni terapeutiche non causali va evitata, secondo me, per vari validi motivi:
- la perdita di specificità tipicamente scientifica che il metodo ha in se, i requisiti di necessarietà e sufficienza essendo la base di tale scientificità
- la probabile incertezza su eventuali sinergie negative con altre stimolazioni
- la perdita di affidabilità sul metodo usato anche nei riguardi di pazienti che, spesso, hanno oramai più esperienza (anche se negativa) di chi li sta curando (e ciò è valido sia verso il metodo DISCOSAN sia verso gli altri)
- la stessa ottimizzazione del trattamento DISCOSAN la si ha solo se esso è puro.
Il metodo si applica ottimamente, forse anche meglio, a livello cervicale, non solo a livello lombare. Senza contare che a livello cervicale vi è spesso, evento patologico assai fastidioso per il paziente, la sindrome cervicale che pure guarisce con tale trattamento.